
Mauro Corona (Fonte_Mediasetinfinity)(www.traccecinematografichefilmfest.it)
Si avvicina il voto decisivo in Parlamento Europeo sulla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare nei confronti di Ilaria Salis.
La vicenda, che ha acceso un acceso dibattito politico e mediatico, vede la Salis al centro di accuse di aggressione durante una manifestazione di estrema destra in Ungheria e di una condanna che molti osservatori ritengono politicamente motivata. Nel frattempo si levano le voci di sostegno a favore di un processo che si svolga in Italia, tra queste spicca quella dello scrittore e alpinista friulano Mauro Corona, che ha espresso un giudizio netto sulle dinamiche politiche italiane e sul destino dell’europarlamentare.
Lunedì 7 ottobre il Parlamento Europeo sarà chiamato a decidere se confermare o meno la revoca dell’immunità a Ilaria Salis, dopo che la Commissione giuridica aveva già respinto la richiesta a voto segreto. Salis, che ha denunciato più volte la situazione del regime ungherese, si dichiara fiduciosa che la plenaria saprà riconoscere «lo stato terrificante in cui versa lo stato di diritto e la democrazia in Ungheria». L’eurodeputata ricorda la sua detenzione di 15 mesi in condizioni durissime a Budapest, che ha portato alla ribalta la sua vicenda grazie anche a immagini che hanno scosso l’opinione pubblica europea.
Salis è accusata dall’Ungheria di aver aggredito tre militanti neonazisti durante una manifestazione del cosiddetto “giorno dell’onore”, evento che celebra la sconfitta dell’Armata Rossa nel 1945. L’accusa sostiene che le ferite riportate dai militanti potessero essere potenzialmente mortali. La politica italiana e europea rimane divisa, mentre l’eurodeputata chiede che, se dovesse essere processata, ciò avvenga in Italia, dove ritiene di poter beneficiare di un processo equo e nel rispetto dei diritti democratici.
Mauro Corona: «La destra vuole consegnare Salis a Orban»
Nel contesto di questa delicata vicenda, la figura di Mauro Corona emerge come una voce a difesa di Ilaria Salis. Lo scrittore e alpinista di Erto, noto per la sua schiettezza, ha dichiarato senza mezzi termini che «la Salis sta sulle palle alla destra e non vede l’ora di rimandarla nelle grinfie di Orban per punirla». Corona sottolinea che, sebbene ci siano accuse da valutare, la giustizia deve svolgersi in Italia, «dove ancora si vive bene». Critica aspramente la volontà di alcuni schieramenti politici italiani di consegnare una propria cittadina a un governo che ha apertamente annunciato «persecuzione certa» nei suoi confronti.
L’ertano, che in passato ha aperto oltre 300 vie di arrampicata nelle Dolomiti e ha scritto numerosi libri ispirandosi alla dura realtà della montagna e alla semplicità di vita, ribadisce come «la Salis è una bandiera rossa e quindi va punita», ma che il modo giusto per farlo non può essere quello di affidarla alle autorità ungheresi, «un fascista che la vuole colpire per motivi politici». La posizione di Corona si allinea con la richiesta dell’eurodeputata di mantenere l’immunità e di celebrare il processo in Italia, nel rispetto della giustizia e dei diritti umani.

Ilaria Salis, nata a Milano nel 1984, è un’attivista e insegnante che ha fatto della lotta contro il fascismo e l’estremismo di destra il suo impegno politico principale. Dopo essere stata arrestata a Budapest nel 2023 con accuse di aggressione, è rimasta detenuta per 15 mesi in condizioni denunciate come disumane da più organismi internazionali. La sua liberazione è arrivata grazie all’immunità parlamentare acquisita con la sua elezione al Parlamento Europeo nel 2024, dove rappresenta il gruppo GUE/NGL per la circoscrizione Italia nord-occidentale.
La sua vicenda ha suscitato attenzione anche nella cultura popolare: nel 2024 il fumettista Zerocalcare ha dedicato una graphic novel alla sua storia, sottolineando il peso politico e umano della sua esperienza. Nel corso delle sue apparizioni pubbliche, Salis ha ribadito più volte la sua volontà di affrontare la giustizia, ma solo in un contesto democratico e di garanzie, come quello italiano.